L' alternarsi di queste lavorazioni si esegue in sequenza per eliminare le irregolarità della superficie (calibratura) e ottenere la finitura liscia levigatura o lucida. Quest’ultima è forse la finitura più diffusa, che accentua le qualità cromatiche e rende la superficie perfettamente riflettente. La lucidatura dei marmi è un processo fisico-chimico ottenuto con utensili abrasivi e acidi, che reagiscono formando una patina superficiale, prodotto dell’interazione tra i reagenti e il materiale stesso. I graniti vengono lucidati con un processo meccanico che utilizza abrasivi a grana progressivamente più fine.
BOCCIARDATURA
Una delle più antiche lavorazioni ad urto, la bocciardatura esalta la tessitura del materiale, cui conferisce un aspetto rustico, scolpito e in rilievo. A livello cromatico la bocciardatura tende ad annullare difformità e variazioni. Eseguibile su molti tipi di roccia, si presta per realizzare manufatti esterni, come scale, cordoli, pavimentazioni, grazie anche alla ridotta scivolosità delle superfici di calpestio. Tale finitura non è eseguibile sui bordi del piano che rimangono lisci. Si esegue a mezzo della bocciarda, un martello a fitte punte piramidali, atto a scolpire la superficie sottostante. Questa percussione sottopone i materiali ad un notevole stress e richiede spessori maggiori per sopportare le sollecitazioni superficiali.
LAVORAZIONE A SPACCO
Superfici irregolari, rugose, a rilievo variabile si ottengono dalla rottura meccanica delle lastre che ne rende visibile la superficie naturale, poiché ne sfrutta l’intrinseca facilità alla fenditura secondo una certa direzione, una lavorazione che non è possibile eseguire su qualsiasi materiale.
SABBIATURA
La sabbiatura conferisce alla materia un aspetto molto piacevole e uniforme, in alcuni casi quasi “vellutato” al tatto e privo di asperità, cui si associa un deciso smorzamento delle tonalità di colore che diventano più chiare e delicate. Si ottiene "sparando" a forte pressione e velocità acqua e sabbia di quarzo. E’ un trattamento aggressivo, finora molto diffuso nel campo del restauro per asportare la patina dai rivestimenti lapidei anneriti dall’attacco degli agenti atmosferici e dall’inquinamento.
FIAMMATURA
Trattamento termico della superficie piana che viene investita da un getto ad altissima temperatura (fino a 2500°C) da cui si ottiene una tessitura scabra, in leggero rilievo, con un’attenuata cromia. Il trattamento termico procura alla superficie un forte shock ed è applicabile con buoni risultati su tutti i graniti e su alcune pietre, su cui la temperatura e la forte velocità del flusso dal cannello provocano disgiunzioni, sollevamenti e distacchi di cristalli. La fiammatura è efficace sui materiali composti da più minerali, mentre sui marmi, che non sono contraddistinti da coefficienti di dilatazione termica diversi da punto a punto, non ottiene in genere risultati soddisfacenti.